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Quando il Giro d’Italia arrivò a Maratea: Taccone, Armani e i colpi proibiti in volata

55 anni fa il Giro d’Italia fece tappa a Maratea: Vito Taccone e Luciano Armani si contesero la vittoria con una volata senza esclusione di colpi, spinte e manate

Nel corso della sua lunghissima storia (quella del 2020 sarà la 103′ edizione) il Giro d’Italia ha visitato moltissimi luoghi italiani e non, viene spontaneo allora chiedersi se una tappa del Giro d’Italia si sia mai conclusa a Maratea: la risposta è sì e non fu una tappa qualsiasi a causa del contestatissimo sprint fra Taccone e Armani.

Il percorso del Giro d’Italia 1965 (foto giroditalia.it)

Siamo nel 1965 e il patron del Giro d’Italia è il mitico Vincenzo Torriani, che per questa edizione si inventa un percorso rivoluzionario: partenza da San Marino, discesa fino alla Sicilia , trasferimento al nord per le tappe alpine e conclusione inedita a Firenze.


Maratea viene scelta come sede d’arrivo della 7′ tappa, la Potenza-Maratea, 164 km tutt’altro che facili, su e giù per le tortuose strade della Basilicata.

Il rettilineo finale oggi
(foto Vittorio Zaccaro)

L’arrivo viene posizionato in via Santa Venere, in prossimità di quello che i marateoti chiamano comunemente “bivio di Cesarino”, al termine di un lungo rettilineo in leggera salita dove i ciclisti possono sprintare per la vittoria.
La tappa si corre il 21 maggio. Il giorno prima, a Potenza, Vittorio Adorni ha già fatto capire di essere il più forte di questo Giro d’Italia, vincendo in solitaria e indossando la maglia rosa, il simbolo del leader della classifica generale. Adorni non solo è il più forte, ha anche una squadra fortissima, la Salvarani, che annovera tra le sue file un giovanissimo Felice Gimondi e Vito Taccone. Proprio quest’ultimo è uno dei due protagonisti della Potenza-Maratea, perché va in fuga assieme all’altro protagonista di giornata, il giovane Luciano Armani della Bianchi. I due fanno il vuoto, saranno loro a giocarsi la vittoria. Il favorito per tutti (incluso Gino Bartali, presente in tribuna all’arrivo) è Taccone.

Vito Taccone con Mike Bongiorno al Giro d’Italia 1966

Il “Camoscio d’Abruzzo”, grande scalatore, in carriera ha già vinto sette tappe al Giro d’Italia, un Giro di Lombardia ed è reduce dal successo alla Milano-Torino corsa a marzo.

Luciano Armani al Giro d’Italia 1965 (foto calderano.it)

Armani invece è al suo primo Giro d’Italia, per molti è già un successo che sia riuscito a tenere il passo di Taccone e in volata non ci sarà storia. Forse. Perché, anche se la maggior parte del pubblico e forse lo stesso Taccone non lo sa, Armani è veloce allo sprint, così veloce che qualche anno dopo al Tour de France si toglierà la soddisfazione di battere in volata addirittura sua maestà Eddy Merckx, “il Cannibale”, il corridore più vincente della storia.

La volata fra Taccone e Armani (foto calderano.it)

Taccone e Armani imboccano il rettilineo finale, inizia la leggera salita e Taccone lancia la volata. Forse è partito troppo presto, forse la pendenza si fa sentire più del previsto, forse semplicemente Armani ne ha di più, fatto sta che il giovane della Bianchi gli prende la scia, lo affianca e si appresta a superarlo, ma Taccone non ci sta e lo chiude contro le transenne. Armani non ha più spazio, sta per schiantarsi sulle transenne, allora alza una mano e spinge via Taccone per riaprirsi la strada, ma Taccone insiste, si volta verso Armani e con un colpo energico lo spinge indietro. Armani non si piega, alza ancora la mano e i due si colpiscono e spintonano nuovamente. Siamo ormai alla linea d’arrivo, Taccone vince, Armani è secondo, ma non appena tagliato il traguardo Armani salta giù dalla bici e corre verso Taccone per farsi giustizia da sé. I due si fronteggiano, si attaccano a parole e si sfiora la rissa prima che il personale dell’organizzazione e delle rispettive squadre riesca a dividerli. La giuria emette subito il verdetto, Taccone declassato per le scorrettezze compiute, il vincitore di tappa è Luciano Armani. I colpi proibiti durante lo sprint e la rissa sfiorata nel dopo gara renderanno indimenticabile la tappa, che ancora oggi viene menzionata in televisione quando si parla della storia del Giro d’Italia.
Il Giro ripartirà l’indomani proprio da Maratea con la Maratea-Catanzaro, vinta dal belga Frans Brands, e a trionfare alla fine sarà Vittorio Adorni con ben 11’26” su Italo Zilioli e 12’57” su Felice Gimondi.

Vittorio Adorni in maglia rosa alla partenza della Maratea-Catanzaro. Con lui, da destra a sinistra, il Conte Stefano Rivetti di Val Cervo, l’ing. Francesco Fontana e il sindaco di Maratea Vincenzo D’Alascio (foto calderano.it)

Nelle edizioni successive il Giro d’Italia è passato varie volte per Maratea, l’ultima nel 2018 durante la tappa Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, ma non c’è stato più un arrivo di tappa. Provando a sognare, quanto sarebbe bello in futuro un arrivo di tappa del Giro d’Italia sul monte San Biagio?

Le immagini dell’arrivo con il commento di Beppe Conti https://www.youtube.com/watch?v=PynyF5oECjM

Francesco Fontana

Francesco Fontana

Mi chiamo Francesco, studio Ingegneria Meccanica e sono così appassionato di sport che fra le mie prime parole da bambino c'erano "Schumacher", "Pantani" e "Weah". Se c'è una cosa che amo di più dello sport è raccontare storie di sport, qui mi diverto a farlo per voi.

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