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La gelosia ossessiva: come gestirla strategicamente

gelosia ossessiva
“E’ difficile amare così disinteressatamente da sostenere l’amore senza volerne essere sostenuti”

– L. Wittgenstein.

 

 

Per molti la miglior stagione dell’anno è l’estate, per altri invece è la più stressante, ma di certo per tutti è la stagione più calda…e non solo per il clima!!!

La coppia che scoppia.

A chi come me abita in zone turistiche balneari, a volte capita di assistere a scene in stile “classici film all’italiana”, ovvero liti tra coppie, dovute a qualche sguardo di troppo nei confronti di ragazze in bikini particolarmente provocanti o di qualche belloccio con i pettorali e una tartaruga tanto definiti da sembrare bronzi di Riace. Insomma sono scenette anche divertenti se i diretti interessati la prendono con la dovuta ironia…il problema sorge quando l’insicurezza e la paura di perdere la persona amata prende il sopravvento.

 

 

Come vi comportate in situazioni del genere?…Analizziamo alcune opzioni:

a) Distogliete l’attenzione del partner in modo autoritario, cercando in tutti i modi di evitare possibili tentazioni.

b) Vi comportate in modo da suscitare sensi di colpa nell’altro facendo la parte della vittima.

c) Lasciate che il vostro compagno o compagna si perda nelle sue fantasie.

 

 

Conseguenze alla scelta “a”

Agli occhi del vostro partner apparirete come un tiranno (o un’arpia), e inizierà ad avvertire un forte senso di oppressione che con molta probabilità porterà ad una separazione, soprattutto nel caso di due personalità con forte bisogno di indipendenza.

Attiverete quello che in psicologia strategica viene denominato “effetto paradosso”, e cioè: più vengo privato di qualcosa, più quel qualcosa diventa attraente. Dunque se distolgo in continuazione l’attenzione del partner dal resto dell’universo femminile (o maschile), non faccio altro che aumentare la sua attrazione verso quel mondo. In questo caso l’effetto paradosso è addirittura doppio, infatti più cerco di distogliere l’attenzione da qualcuno, più dimostro la mia insicurezza, ragion per cui mentre aumenta la voglia di scoprire nuovi mondi, si finisce per perdere completamente l’interesse verso il proprio.

Conseguenze alla scelta “b”

La scelta “b” è senza dubbio più sottile, ma anche la più crudele. Il partner sfrutta il senso di colpa per manipolare l’altro. Recitando la parte della vittima in realtà tira le fila da dietro le quinte, mettendo su un teatrino che da quasi un senso di macabro. La marionetta senz’anima, finisce per perdere ogni spirito di iniziativa, arrivando col tempo a dimenticare i propri sogni in nome di ciò che “crede” amore, diventando parte integrante dello spettacolo messo in scena dal burattinaio di turno.

Conseguenze alla scelta “c”

Il partner dopo essersi perso nelle sue fantasie, inizia a domandarsi come mai si sente tanto attratto dall’altro sesso, o da quel ragazzo/a in particolare. La voglia di fare nuove esperienze è troppa, tanto che vuole realizzare le sue fantasie. L’altro intanto percepisce l’inspiegabile allontanamento, ma anzicchè trattenerlo lo lascia andare, in quanto sa ciò di cui ha bisogno e che non è di certo una persona insicura. La cosa curiosa è che in casi del genere si crea un effetto paradosso del tipo: “più mollo la presa, più l’altro mi si avvinghia”.

Piena consapevolezza di sè, di quelli che sono i propri gusti e/o bisogni. L’esperienza insegna e i risultati si vedono. Dopo un semplice sguardo alla ragazza in bikini o al macho super muscoloso, il partner non ha nemmeno bisogno di perdersi in fantasie strane, sà esattamente ciò che vuole…e l’uomo/donna dei suoi desideri si trova già al suo fianco…

Da quanto detto fin’ora si evince che per i malati di gelosia, conviene volgere lo sguardo dentro se stessi e solo in un secondo tempo al proprio partner, bisogna rendersi conto che una relazione sana non può esistere se non stiamo bene prima con noi stessi, e tale benessere è possibile solo in presenza di Consapevolezza…figlia di Esperienza.

 

Alan e Marcel: la storia di un lavoratore e di un giramondo.

Alan e Marcel sono da sempre amici per la pelle, che ad un certo punto della loro vita però si separarono entrambi per amore.

Marcel si innamorò dei viaggi, tant’è vero che il suo sogno era sempre stato quello di girare per il mondo, vivendo alla giornata con quel poco che riusciva a guadagnare con le offerte ricevute da chi lo ascoltava suonare la chitarra; mentre Alan si innamorò di una bellissima fanciulla di nome Rebeka con la quale decide di vivere in sedentarietà nel suo paese natale.

Passano molti anni prima che Marcel decide di rimpatriare, e molte cose sono cambiate nella sua vita. Egli non è più uno squattrinato, a furia di suonare per le strade si accorsero del suo talento, e riuscì a fare una fortuna. Girò il mondo in lungo e in largo, divenendo testimone di tutte le meraviglie di cui un essere umano può godere.

Appena arriva in paese chiama il suo amico Alan e organizza subito una cena nel miglior ristorante del paese per festeggiare la loro rimpatriata.

Alan in tutti quegli anni, rimasto nel suo bel paesino, non aveva fatto altro che lavorare come un mulo, senza concedersi mai un giorno di riposo, aveva dedicato la sua intera esistenza a Rebeka e alla famiglia che con lei si era costruito, facendo di tutto per renderla felice e perchè non le potesse mai mancare nulla.

Quando si incontrarono dopo tutti quegli anni Marcel non potè credere ai propri occhi. Alan aveva un viso stanco, le guancie scavate e qualche ruga di troppo. Lo stesso stupore provò Alan nel vedere Marcel così in forma e ben vestito, con il volto sereno e rilassato. I due si salutano affettuosamente, e mentre si accomodano il cameriere arriva con i menù.

 

L’amico povero e lavoratore, avendo quasi dimenticato com’era andare al ristorante, e avendo mangiato per tutti quegli anni sempre la solita pasta e fagioli, rimaneva incuriosito da ogni piatto presente nell’elenco, tant’è che osservava con attenzione anche le pietanze sui tavoli occupati dagli altri clienti del ristorante. Alla fine in preda all’indecisione e all’ingordigia, decide di assaggiare quanti più piatti possibile fino a che ad un certo punto si sentì male a causa di un indigestione.

Il giramondo Marcel invece, che nei suoi viaggi aveva assaggiato ogni sorta di specialità culinaria, dopo una rapida occhiata al menù seppe riconoscere al volo il piatto che desiderava e seppe gustarselo fino in fondo e con estremo piacere.

L’ingordo nel frattempo era finito in ospedale per una lavanda gastrica, e mentre attendeva l’intervento confessa all’amico Marcel: “sai…stasera quando ti ho rivisto dopo tanto tempo…ho provato davvero una grande invidia….ho realizzato che tu hai avuto tutto ciò che in realtà desideravo anch’io…oh Marcel…non sai come sarei voluto venire con te quando anni fa mi invitasti in America. Mi sarebbe piaciuto un mondo stare con te e godere insieme di tutte le meraviglie del mondo”.

Marcel non sapendo cosa rispondere all’amico gli chiese soltanto: “e perchè non l’hai fatto? Perchè non sei venuto in America con la tua famiglia? Lì avresti trovato un lavoro migliore, e sicuramente saresti potuto venire con me nei miei vaggi almeno qualche volta”.

Con voce tremante e lo sguardo perso nel vuoto, come ad essersi reso conto solo in quel momento di una verità che aveva volontariamente nascosto a se stesso per tutto quel tempo sotterrandola nel duro lavoro di ogni giorno Alan rispose: “perchè quello che prima era amore….si è trasformato in una prigione…ma quel che è peggio…è aver scoperto che il carceriere con in mano le chiavi della cella…ero sempre io”.

Dopo attimi di silenzio Alan continua dicendo: “ma tornando alla cena…sono curioso di sapere quale piatto hai scelto al ristorante. Preso dall’ingordigia non me ne sono reso conto, sarà stato qualcosa di eccezzionale, per me è stato impossibile non notare il tuo volto soddisfatto mentre te lo gustavi”.

Rispose Marcel sorridendo: “caro Alan…forse non mi crederai, ma tutte le straordinarie prelibatezze che ho assaggiato durante i miei innumerevoli viaggi, hanno fatto in modo che mi rendessi conto di quanto, in realtà, preferisca la cara vecchia pasta e fagioli….”

di Giovanni Montesano

 

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Giovanni Montesano

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