Perché la statua di S. Biagio si copre col panno rosso?
Perché la statua di S. Biagio si copre col panno rosso?
È la domanda che tutti ci facciamo da bambini e anche quella che i pellegrini ci fanno in occasione della festa: perché il nostro santo viaggia in incognito?
Due abitati e due parrocchie.
Dal Cinquecento al Settecento Maratea fu amministrata da due municipalità. Nel linguaggio curiale erano dette Maratea superiore e Maratea inferiore, popolarmente Castello e Borgo. Allo stesso tempo, i due nuclei abitati costituivano due distinte parrocchie: una con titolare il santuario di San Biagio e l’altra con la chiesa di Santa Maria Maggiore.
In origine la festa di maggio si teneva solo al Castello, ma nel 1695 i nobili del Borgo l’ampliarono per portarla anche nell’attuale centro storico.
In quell’occasione non si pensò a come i parroci avrebbero regolato le proprie prerogative e quando sconfinavano, nelle processioni di discesa al Borgo o risalita al Castello del simulacro del santo, uno nella parrocchia dell’altro.
Parroci che litigano.
Nella seconda metà del XVIII secolo il parroco di Santa Maria Maggiore, Francescantonio Vita-Diodati (1711-1794), e quello di San Biagio, Domenico Lebotti (1729-1797), si scontrarono al punto al punto di render necessario il ricorso in sede giudiziaria. Una sentenza della Real Camera di Santa Chiara di Napoli, emanato il 20 gennaio 1781, impose di abolire la processione nei trasferimenti della statua del santo dall’una all’altra parrocchia e così eliminare ogni possibile tensione.
Nella sentenza si legge: «informato il Re delle contese, e controversie occorse in occasione del trasporto della Statua di S. Biagio dalla Parocchial Chiesa di Maratea superiore, [e] a quella di Maratea inferiore, mi ha comandato dirle, che nel suo nome abolisca la Processione, che si fa in occasione della restituzione della Statua di S. Biagio alla Chiesa di Maratea superiore, [e] in quella inferiore, la quale restituzione debba farsi privatamente, e senza accompagnamento, e pompa veruna, e in quel tempo e con quelle precauzioni che V. S. giudicherà proprie; ed avendo cosa in contrario, la rapporti».
Da allora, e non sappiamo per idea di chi, la forma non processionale del passaggio della statua da una parrocchia all’altra viene resa evidente coprendo il simulacro con un panno di colore rosso. Non sono certe le ragioni della scelta del colore.
Rigetto e riscrittura.
I fedeli di Maratea disprezzavano questo stratagemma. Già nel dicembre 1785 venne prodotto il primo ricorso per ripristinare la processione solenne. Ma nel gennaio 1786 la Camera di Santa Chiara rigettò l’istanza e il panno rosso venne mantenuto.
Fino al 1931 la svestizione della statua avveniva ai Muricelli o Muriceddi, cioè il punto del sentiero dove ora si effettua la benedizione dal mare. Dalla festa del 1932 questa cerimonia s’è spostata a Capo Casale, dove il cav. Biagio Vitolo (1887-1974) fece costruire a sue spese un poggio monumentale.
La copertura della statua con il panno, poi, finì per diventare un elemento tradizionale e caratteristico della festa. Una volta scomparsa dalla memoria collettiva la reale ragione, la voce di popolo razionalizzò l’usanza tramandando una leggenda secondo cui la statua si copriva per evitare che la salsedine la danneggiasse (!!) oppure per paura che dei pirati potessero vedere il luccichio dell’argento sotto i raggi del sole.
Bibliografia.
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