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Perché sul monte Crivo c’è una Croce?

Il Crivo è il secondo monte più alto del territorio di Maratea. Raggiunge i 1277 metri s.l.m. con la sua cima più slanciata verso la Colla e con i suoi versanti nord-occidentali divide il nostro territorio con quello di Trecchina. Sulla sua cima centrale, a circa 1150 metri s.l.m., c’è una Croce di ferro. Perché è lì?

Le croci sui monti.

Le croci di vetta, realizzate per resistere alle condizioni dei rilievi su cui sorgono, sono un simbolo religioso molto frequente che testimonia la volontà di avvicinarsi al divino, presente in tutte le culture della Terra.

Nei nostri paesi spesso non ci sono soltanto croci monumentali, ma interi santuari che si ergono solitari in cima ai monti. Non è il caso del nostro di S. Biagio, in realtà non è stato pensato in questa veste, poiché un tempo era la chiesa parrocchiale della vecchia Maratea. Non era affatto isolata. Ma è il caso del santuario di Trecchina, o della Madonna di Viggiano, patrona della Basilicata.

La Croce sul Crivo.

L’idea della Croce sul Crivo fu promossa dal parroco protempore di Santa Maria Maggiore, Erberto Cerracchio O.M.I.

Federico Quero sulla Croce (foto: Calderano.it)

Nelle sue intenzioni, l’opera voleva simboleggiare «l’auspicio, formulato dal parroco in collaborazione di tutti quelli che mirano e godono del bene della chiesa, che il Concilio Vaticano II, dopo la sua prossima riapertura, possa svolgersi e concludersi coerentemente alle sublimi e buoni intenzioni del suo Augusto e Beneamato Promotore».

L’inaugurazione.

La Croce fu progettata e costruita dal fabbro Federico Quero. È alta circa 10 metri.

Fu assemblata e benedetta, con la celebrazione di una messa sul monte, il 28 luglio 1963, a poco più di un mese dall’interruzione dei lavori conciliari dovuta alla morte di Giovanni XXIII.

Cerracchio scelse il monte Crivo come sede «perché, sovrastante Maratea, permette ai fedeli di guardare da ogni angolo quella croce quale giuda valida nel loro difficile cammino ed ancora quale monito a ben operare secondo la legge di Dio e i dettami della coscienza». (Le parole che riporto provengono da una pubblicazione dell’epoca).

Il sentiero.

La costruzione della Croce ha avuto anche un effetto forse imprevisto dai suoi ideatori. La cima del monte è diventata da allora meta di escursioni. Il sentiero parte dalla località Capo la Scala (lungo la SP 131 per Brefaro) ed è lungo poco più di 4 km.

Maratea vista dalla cima del Crivo (foto: Wikiloc.it).

Gli escursionisti hanno imparato ad amare il panorama mozzafiato che si gode dalla sommità della Croce.

Il restauro.

La Croce versava in cattive condizioni sino a otto anni fa. Nel 2015, un’iniziativa portata avanti dall’Associazione Cittadinanza Attiva e dall’impegno volontario di privati cittadini, ha restaurato il monumento e lo ha ornato di un altare per le celebrazioni in loco.

Luca Luongo

Luca Luongo

Io sono Luca e quella a lato è la mia faccia quando provo a rileggere un mio articolo. Nella vita racconto storie: a teatro le invento io, qui le studio dai documenti.

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