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I nostri antenati festeggiavano S. Biagio ogni volta che volevano

Per tutti noi la celebrazione di S. Biagio a Maratea è un evento collocabile unicamente nella prima decade di maggio. La festa quest’anno compie 325 anni dalla sua istituzione ed è senza dubbio l’avvenimento religioso più sentito da tutta la cittadinanza.

Eppure, in passato il simulacro del santo patrono scendeva dal Castello ed era portato in processione molto più spesso e anche al di là del mese di maggio.

Sin dalla prima formazione della statua si era stabilito che essa dovesse esser sì custodita nel santuario, ma «con conditione che quando il ceto de Cittadini di detta città di Maratea inferiore vorrà detta statua per sollenizzare fra l’anno qualche festività, ò processione, ò pure privatamente prederla da detta Cappella, li detti Economi e Tesorieri [cioè i custodi della chiesa] pro tempore siano tenuti darcela». La statua, quindi, può essere portata in paese per una festa quando si vuole.

Ciò si è dimenticato perché le ultime celebrazioni “straordinarie” del santo sono avvenute più di 70 anni fa.

Festa di maggio del 2012.

Un documento dell’archivio comunale, oggi scomparso ma integralmente trascritto da José M. Cernicchiaro (1949-2010) in un suo lavoro, è il più antico a menzionare celebrazioni con la statua del santo al di fuori della festa di maggio. In esso si fa presente che quando «si è dovuto far calare la statua di detto Santo in Maratea inferiore è stato sempre solito farsi con loro biglietto per collocarsi nella Madrice Chiesa di S. Maria Maggiore, e che uno di essi governatori ricorrenti nel dì 28 del caduto mese di ottobre [1757, n.d.r.] fu richiesto dall’attuali Sindici D. Ventura Visconti, e D. Giuseppe Faraco, che avesse fatto biglietto per calare la statua del Santo nella Chiesa Madrice, e li detti Sindici in cambio di Collocarla nella Madrice secondo il solito capricciosamente vollero collocarla nella Chiesa dell’Annunziata […]. Costa chiaramente che in ogni anno nella prima settimana di maggio si fa una processione in questa citta inferiore, e in tale occasione si fa calare da Maratea superiore la statua di S. Biaggio, la quale dal Cappellano conservatore di detta statua si consegna ad un prete mandato a tal effetto con biglietto […] Non ritrovo bensì nelli cennati biglietti spiegata la Chiesa in dove si deve collocare la statua del Santo, solamente in uno dal Governatore Notar Urbano Armenio nel dì 21 dicembre 1745 si vede che la domanda per collocarsi in una di queste chiese, e di un altro fatto da D. Gennaro Pesce attuale governatore segnato nel giorno 29 del passato mese di ottobre col quale domanda la statua per collocarsi nella Chiesa Madrice di S. Maria Maggiore, con questo istesso biglietto l’attuali Sindici si fecero calare la statua predetta ed ordinarono di collocarla nella filiale Chiesa dell’Annunziata su l’appoggio di una conclusione fatta nell’anno 1695 colla quale si stabili, che dovendosi ogn’anno scendere la statua predetta nella prima settimana di maggio si dovesse collocare in una di queste due chiese, o pure alternativamente».
Il documento non spiega i particolari motivi delle celebrazioni straordinarie del dicembre 1745 e ottobre 1757.

Altra festa eccezionale fu voluta dal sindaco Marcello Ginnari Satriani (1763-1837) nel settembre del 1801 per ringraziare il santo: pochi giorni prima un terremoto aveva lasciato incolume il paese.

Processione con tutti i santi nel 1943.

Negli ultimi due secoli le celebrazioni con la statua al di fuori della festa di maggio sono venute quasi del tutto meno. Le ultime che si ricordano sono quelle del settembre 1943, per celebrare la fine della Seconda Guerra Mondiale, e quella dal 14 al 25 aprile 1948, voluta per «rendere un omaggio al Santo Patrono con una processione» in vista delle prime elezioni politiche della neonata Repubblica Italiana.

La perdurante pandemia della Malattia da Coronavirus e le misure implementate per contenerla forse ci faranno assistere, quest’anno, alla ripresa di questa antica usanza espressamente prevista dai nostri antenati.

Luca Luongo

Luca Luongo

Io sono Luca e quella a lato è la mia faccia quando provo a rileggere un mio articolo. Nella vita racconto storie: a teatro le invento io, qui le studio dai documenti.

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