La Gloria giace oltre l’orizzonte, sfidala perchè sai di non poterla raggiungere, parla di conquista e dimostra che ne sei capace…per i miei seguaci, che guardano dietro di me.

– Alessandro Magno

 

Quale esempio migliore di Alessandro Magno, uno dei più grandi conquistatori mai esistiti, poteva essere riportato per introdurre l’argomento “Leadership”? Egli è l’emblema del Leader efficace, in quanto possedeva tutte e 7 le caratteristiche fondamentali del Leader per eccellenza… aveva quella che oggi viene chiamata “vision“, era carismatico, capace, sapeva delegare, controllare, correggere e tutelare i propri compagni e/o subordinati.

Oggigiorno viene acclamata con enfasi a volte eccessiva la “vision”, cosa fondamentale per un Leader, cosa che permette di andare oltre, di evolvere e di progredire, ma che da sola è pura follia. Un leader cosìddetto visionario, non tenendo conto delle risorse che ha a disposizione, è del tutto fallimentare, è come un Cristoforo Colombo che pretende di raggiungere le Indie in canoa.

Anche le capacità personali da sole però, possono rivelarsi pericolose per un dirigente se non è in grado di delegare. Si può essere dei professionisti e degli esperti di primo ordine, ma se ciò significa accentrare tutte le mansioni sul leader, questi alla lunga finirà per crollare sia fisicamente che psicologicamente. Questo tipo di leader, detto appunto accentratore, è come una stella luminosa che cresce a dismisura fino a che, perdendo il controllo, finisce per collassare su se stessa, trasformandosi in un buco nero. Da qui la necessità della delega, caratteristica tra l’altro fondamentale, che crea opportunità di crescita per i subordinati e allo stesso tempo li responsabilizza senza abbandonarli a se stessi, in quanto l’operato sarà poi controllato e se necessario corretto dal leader.

Altra dote di grande importanza, ma che da sola di certo non basta a definire il leader ideale, è indubbiamente il carisma. E’ detta carismatica quella persona capace di creare in chi lo ascolta la sensazione di potersi affidare a lui senza nemmeno il bisogno di dimostrare di essere degno di tale fiducia, in quanto gliela si dà a priori. In passato sono stati in molti i sociologi e gli psicologi ad aver sostenuto che questa fosse una dote innata, ma dopo diversi anni, studi scientifici hanno scoperto che il carisma si sviluppa attraverso l’esperienza personale. In parole povere, una persona che ne ha viste e passate di tutti i colori prima di essere riuscita ad ottenere il successo, risulta decisamente più carismatica di una persona che non avendo mai lottato per la sua posizione sociale, si ritrova ad occupare un ruolo di comando.

 

Ricapitolando, rivediamo una per volta le caratteristiche fondamentali del grande Leader:

1) Carisma

Il carisma del Leader è un qualcosa che viene percepito da chiunque gli stia intorno, già alla sua vista si capisce che è lui che comanda, come un maschio Alfa all’interno del branco. Un Leader carismatico è capace, soltanto con la sua presenza, di creare un clima di fiducia grazie al quale nessun obiettivo sembra irraggiungibile.

2) Vision

Un Leader è anche un condottiero, quindi affinchè possa condurre i suoi seguaci verso la “terra promessa”, deve averne una visione che sia la più chiara, desiderabile e condivisa possibile. Una buona vision, funge da fattore motivante ed aggrega il gruppo.

3) Delega

Capacità del Leader di assegnare il compito giusto all’uomo giusto. Come detto in precedenza, questa caratteristica è fondamentale per la crescita, e per la sopravvivenza del gruppo stesso. Un Leader, come un buon padre di famiglia, deve assicurarsi che i suoi figli imparino un giorno ad essere autonomi e per farlo assegna loro dei compiti in grado di responsabilizzarli sempre di più.

4) Capacità

Un Leader, per essere riconosciuto davvero come tale, deve essere quantomeno un esperto, se non il migliore nel proprio settore. Così come nel mondo animale vige la regola del più forte, nel mondo degli esseri umani vige la regola del più competente. Un’azienda come la Ferrari ad esempio, non può avere un Leader che non conosca le componenti di un motore, così come la NBA non può avere soci nella dirigenza che non conoscano nemmeno le regole della pallacanestro.

5) Controllo

Dopo aver assegnato i compiti da svolgere, il buon padre di famiglia deve controllare se tutto è stato svolto nel migliore dei modi, cosa che se non viene fatta sistematicamente può creare dei problemi all’interno del gruppo stesso. Può succedere infatti che qualcuno non svolga correttamente il compito e non accorgendosi in tempo dell’errore si creano danni irreversibili.

6) Correzione

Se dopo aver controllato viene fuori qualche errore, il Leader deve essere in grado di correggerlo e di risistemare la situazione nel migliore dei modi grazie alle sue competenze.

7) Tutela

Così come il buon padre di famiglia ama ciascuno dei propri figli, e li protegge da qualunque minaccia esterna, un Leader per essere amato e rispettato a sua volta, deve proteggere e sostenere “sempre” il proprio gruppo. Questo farà in modo di incrementare il senso di appartenenza (commitment) e aumenterà la fiducia nei suoi confronti.

Se anche tu desideri diventare un buon Leader, non puoi ignorare nessuna di queste 7 regole…sii lungimirante e non fermarti alle prime difficoltà, così come non dovrai cullarti sui buoni risultati iniziali, bensì dovrai confermarli sempre volta per volta, e se questi non avranno più il riscontro di prima, rivediti questi sette punti e ti accorgerai di essere mancante in qualcuno di questi. Concludendo, avendo utilizzato il paragone con il buon padre di famiglia, ciascuno può immergersi più facilmente nell’argomento Leadership, cogliendone quantomeno i tratti principali, in quanto siamo tutti membri di una famiglia; e come ogni buon padre sà:

Essere un buon modello da imitare è il miglior modo per aiutare

– Giorgio Nardone

 

 

 

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